Venerdì 03 Ottobre 2025 09:56 |
Nell’ultimo periodo, di fronte allo sgomento per quanto accade intorno a noi abbiamo scelto il silenzio di riflessione, mantenendo attento lo sguardo.
Ci dispiacerebbe che questa voce, che dura da quindici anni, si spegnesse a causa del caos che stiamo vivendo, .
Consapevoli della difficoltà di dire cose di particolare efficacia, che diano una parvenza di ordine a questo caos, riteniamo che OL resti una voce, tra le molte, di resistenza personale e collettiva al rischio di affondare in sentimenti di impotenza e rassegnazione.
Scegliamo quindi di dare voce a soggettività del presente e del recente passato, di comunicare riflessioni e pensieri che funzionino come bandierine per guidarci su percorsi di contrasto alla barbarie culturale e politica che incombe su di noi.
La prima bandierina che segnaliamo è un pensiero di Calvino:
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce n’è uno è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Italo Calvino [15 ottobre 1923 - 19 settembre 1985], da Le città invisibili, Einaudi, 1972
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