Editoriali e dibattiti -
Dibattito redazionale
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Venerdì 01 Gennaio 2010 00:00 |
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Paolo: … caro Franco sono d’accordo con te, le tendenze identitarie non interessano nemmeno me né punto né poco. Figuriamoci poi le forme di autocoscienza maschili nelle quali prevalga appunto la ricerca d’identità. Che ciascuno identifichi la sua parlando con se stesso e col mondo e vada libero. Mi interessa solo il fatto che ci misuriamo in buona sostanza intorno a soli due organi sessuali differenti e che anche su questa differenza l’umanità costruisce rapporti di potere. Il novecento marxista ha privilegiato i rapporti di potere che nascevano all’interno del lavoro salariato. D’altra parte il capitalismo otto-novecentesco aveva innescato sui ruoli e sull’immaginario ereditati dal patriarcato i suoi meccanismi di riproduzione e ben presto lo scenario è stato interamentre occupato dalla dinamica del salario che aveva sussunto, mascherandolo, il rapporto servo padrone. Il femminismo, al suo modo, è tornato a ricordarci che la dinamica servo-padrone passa anche, e verosimilmente prima, dalle camere da letto. Per questo per me parlare dei ‘lettoni’ e di quello che avviene sotto le lenzuola serve. Serve anche che ne parlino gli uomini. Nella dinamica di potere presente nella relazione uomo donna cosa ci mette di suo il maschio, cosa la donna? Perché in questo mi sembra che le donne siano più avanti. Le dinamiche del potere femminile sull’uomo (dalla pretesa onnipotenza dei sentimenti su cui organizzano i ricatti più insidiosi sul maschio alle infinite strategie seduttive) sono state rese più che mai manifeste e scoperte, molto meno quelle maschili. Ma allo scopo di denunciare cosa? Allo scopo di denunciare quanto alla destra fascista e razzista italiote sta maggiormente a cuore, quello di oscurare definitivamente la lotta di classe e di tornare a ridurre il mondo alla necessità ‘naturale’ dei rapporti servo-padrone. E dove altrimenti nascono, dicono le femministe, i rapporti servili se non sul corpo delle donne? E la distruzione del lavoro salariato classico, questa femminilizzazione del lavoro, non è forse appunto imposizione generalizzata di lavoro servile?
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