La vita nuova di 'Overleft' Stampa
Editoriali e dibattiti - Editoriale
Domenica 21 Gennaio 2018 11:57

Overleft, per una critica del sentire comune

Siamo di nuovo a una svolta di Overleft. Tre anni fa decidemmo di concentrare l’attenzione sul campo che ai nostri occhi era apparso nell’insieme della rivista più originale: quello dei nessi tra patriarcato-cura-relazioni-uomo-donna e capitalismo nelle sue forme attuali. L’abbiamo fatto tentando anche qualche contributo teorico e cercando di  rimanere agganciati non solo al dibattito ma anche ai movimenti, confortati dal fatto che l’impegno critico su questo campo si sta allargando.

Oggi però ci troviamo in una difficoltà che non è solo nostra ma di tutti i movimenti che si muovono nell’ottica del superamento delle logiche e illogiche del capitalismo e del patriarcato: da un lato c’è una imponente mole di riflessioni che da più parti del mondo viene proposta, dall’altro il che fare, al quale prova a dare risposta, ne è testimone la rete, la congerie di forme di resistenza e opposizione sia nel mondo della produzione (pensiamo in particolare alla logistica) che nel campo della riproduzione (nel quale le iniziative femministe hanno avuto un culmine significativo l’8 marzo del 2016 per approdare a nuove riflessioni e manifestazioni dello scorso autunno ‘17 ).

 

A noi appare ormai irrinunciabile il campo teorico e pratico di quei nessi. A noi sembra che una iniziativa, che vorremmo aggregante, che cerchi la strada per andare ‘Over’, al di là di capitalismo e patriarcato, non può che avvenire sulla base di una sapienza critica che sveli come i meccanismi di sfruttamento sul piano produttivo (sui quali sappiamo molto) abbiano consistenza e fondamento sull’asservimento della donna all’uomo.

Quello che a noi oggi sembra più opportuno fare è dare a Overleft, nella nostra esplorazione di quei nessi, una ulteriore connotazione critica di carattere linguistico. Ci sono parole che in questo momento storico ci sembrano usurate, anche se le usiamo anche noi, e che ci piacerebbe fossero liberate dalla doppia tenaglia di una loro liquidazione o dalla astorica esaltazione favorita in certi casi da illustri anniversari: comunismo, operaismo, femminismi.

Intorno ad esse si estende il deserto soffocante e immobilizzante di quel sentire comune antropologicamente incistato nella mentalità, nella nostra cultura millenaria, che fanno del capitalismo e del patriarcato una ‘natura’ immodificabile grazie alle manipolazioni, mistificazioni e menzogne veicolate anzitutto dai linguaggi, mediatici ma non solo. Ci sembra questo il nocciolo duro su cui possiamo lavorare.

In questo contesto trova per noi ragione la modificazione del nome della rivista, da “Overleft rivista di culture a sinistra” a “Overleft, per una critica del sentire comune”. Infine, ma la rivista era già avviata in questo senso, non resteremo legati alla scadenza semestrale, essa assumerà maggiormente i caratteri di un blog nel quale pubblicare con sguardo critico di volta in volta quanto ci sembrerà significativo nei linguaggi della cultura dominante.